Di recente ho visto l’intervento di Terrence Howard al podcast Joe Rogan Experience e sono rimasto completamente senza parole.
Al di là di se questo ragazzone colorato sia completamente nel torto o nella ragione, quello di cui ha parlato è senz’altro affascinante e degno di attenzione, perché i modelli matematici che assieme al suo team ha prodotto, hanno spiegato la formazione del sistema solare con i suoi pianeti … senza usare la forza di gravità.
Sebbene ci siano degli aspetti (la quasi totalità) che non ho ben compreso, approfitto di questo post per cristallizzare su carta (digitale) i miei pensieri a riguardo, perché sento che queste nuove prospettive proposte dall’attore con la passione per la fisica, siano quanto meno interessanti e degne di approfondimento.
Prima di andare avanti, tirate giù quelle narici fiutanti flatulenze e partite dal presupposto che Howard non è un idiota. Ha attualmente depositato numerosi brevetti (per lo più open source) che sono usati dalle compagnie più grandi e potenti del pianeta (Amazon, Google, Meta eccetera), ha inventato un nuovo tipo di volo e tanto altro. Quindi vi invito a drizzare le orecchie e mettere in moto la materia grigia, perché la cosa è intrigante.
Gli anelli e gli esagoni di Saturno spiegati senza gravità
Giusto per farvi capire quanto le riflessioni e gli studi di Terrence siano degni di attenzione soffermiamoci un attimo sul pianeta Saturno, il gigante gassoso che con i suoi anelli è forse il più bello tra i “satellite” del nostro Sole.
In precedenza le sonde Pioner 11, Voyager 1 e 2 avevano già effettuato un passaggio in prossimità di Saturno, tuttavia la sonda Cassini, agli inizi del 2000, è stata la prima ad addentrarsi nell’orbita di Saturno e tra i suoi anelli e ha così potuto inviare delle immagini spettacolari a noi terrestri.
Come si può osservare in foto, il pianeta, nel suo polo Nord presenta quella che gli studiosi hanno chiamato una “tempesta”, dalla curiosa forma esagonale e che pare apparire e scomparire (addirittura) a seconda delle stagioni (compare al polo quando è estate nell’emisfero corrispondente).
When Cassini arrived at Saturn in 2004, it was summertime in the southern hemisphere, and the spacecraft found a polar vortex at the south pole. Eventually, summertime arrived in the northern hemisphere, and they witnessed the formation of the storm at the North Pole. This has only reconfirmed what we’ve known since the 1980’s when the Voyager mission studied Saturn and found a summertime storm at Saturn’s Northern Pole.
“While we did expect to see a vortex of some kind at Saturn’s north pole as it grew warmer, its shape is really surprising.” – Leigh Fletcher, University of Leicester, UK, lead author.
Per il momento nessuno, a parte il nostro Howard, è riuscito, in maniera convincente, a spiegare con un modello matematico questo fenomeno degli esagoni ai poli e degli stessi anelli di Saturno. Per di più, senza considerare nel modello la forza di gravità, la materia oscura e l’energia oscura, cosa che ha un impatto assolutamente rivoluzionario su tutto lo scibile umano.
Guarda tu stesso il video del modello che “spiega” Saturno sul sito del gruppo di lavoro dell’attore di Holliwood, lo trovi nella sezione “GRAVITY IS JUST AN EFFECT” (“La gravità è solo un effetto).
Lo stesso modello, a detta di Terrence Howard, è in grado di spiegare senza queste “variabili” (gravità, energia e materia oscura) tutto il comportamento osservabile del cosmo. Se fosse tutto vero: wow.
Da dove è partito Howard?
Howard parte da alcuni concetti principi che lo hanno motivato e ispirato, di cui probabilmente il primo in assoluto è questo: “There’s no such thing as straight line in nature”, ovvero “Non ci sono linee dritte in natura”.
Da ingegnere, so che esiste il modello matematico e il modello reale e che essi possono essere anche tanto distanti tra di loro (in termini di risultati ottenuti), inoltre la nostra esperienza di vita cosciente, suggerisce che questo concetto sia sostanzialmente vero (“non esistono linee rette in natura”).
Ciò detto non sono qui a portare prove sul fatto che non possono esistere linee rette in natura, ma sfido qualcun altro a dimostrare il contrario. Perfino la luce delle stelle non segue linee rette nel suo propagarsi, i pianeti e le galassie sono in movimento costante e in nessun caso si muovono su linee rette. Anche il laser degli interferometri, con i quali abbiamo (o avremmo, secondo Howard) captato le onde gravitazionali, possono essere soggetti a curvatura. Inoltre come potrebbe esistere una linea retta se tutto è in movimento e lo stesso tessuto dello spazio/tempo è per sua natura deformato?
Almeno per me, pare intuitivamente chiaro che, di linee rette in natura, non ce ne siano, cosa che possiamo osservare sia con un microscopio elettronico, sia nel cosmo.
Tuttavia le percezioni e le intuizioni non producono, se non opportunamente formalizzate, alcun risultato scientificamente apprezzabile.
No alle linee rette anche nella tavola periodica degli elementi
Riprendendo gli studi di Walter Russel, che nel 1924 aveva creato una sua versione della tavola periodica degli elementi, Terrence Howard spiega che si può guardare agli elementi della tavola periodica, come qualche cosa che assume connotazioni diverse a seconda della pressione/densità a cui è sottoposta, che farebbe così manifestare una natura diversa alla stessa sostanza.
Secondo questa visione, ad esempio, i gas nobili sarebbero manifestazioni a frequenze diverse della stessa identica materia. Sinceramente non so cosa pensare di tutto ciò, per me questa cosa può avere senso, ma senza uno studio approfondito non saprei in quale scaffale collocarla: fantascienza o hard science?
Ciò premesso, sebbene l’intuizione non sia scienza, non dobbiamo dimenticarci che questa gioca e ha storicamente giocato un ruolo cruciale nel progresso scientifico.
Ho trovato un’intera pagina di frasi, citazioni e aforismi sull’intuizione dalle quali traggo quella del nostro matematico crucco preferito Alberto Unapietra:
La mente intuitiva è un regalo sacro e la mente razionale è un servitore fedele. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il regalo.
Albert Einstein
Dentro il Fiore della Vita
Howard si è detto essere un grande fan di Tesla e di altri “controversi” scienziati del passato recente e di essere guidato dall’intuizione.
Tutto è partito, secondo quanto dichiarato dal sodale di Iron Man (Howard ha recitato in questo film della Marvel), dal fiore della vita un simbolo antichissimo e diffusissimo nel pianeta dalla preistoria.
Troviamo il fiore della vita nei templi, nelle rovine e tra gli scavi archeologici letteralmente in tutto il mondo; lo abbiamo trovato in Egitto, India, Cina, Grecia, Spagna, Libano, Giappone e chi più ne ha più ne metta.
Il fiore della vita ha ispirato Howards, che ha intuito che la sua rappresentazione fosse una visione bidimensionale di una forma che invece sarebbe da interpretare come una proiezione su piano di un’oggetto in 3 dimensioni, come è possibile trovare in questo tempio di Pechino (Bejing, China) che mostro nell’immagine che segue.
Non so precisamente da quale tempio è stata tratta questa foto, tuttavia cercando via Google Immagini (oggi si chiama Lens) esce fuori veramente di tutto!
È sulla base di questo fiore della vita che Howard è stato ispirato nelle sue ricerche ed è riuscito a spiegare fenomeni naturali basandosi sull’interazione delle forze e dei relativi vortici (metto il link al podcast a fine post).
L’importanza dell’intuizione
Secondo quanto è dato da conoscere, Nikola Tesla avrebbe immaginato il progetto dell’alternatore elettrico, completo in ogni sua parte. Una volta materialmente realizzato, secondo la progettazione immaginata, tale apparato risultava perfettamente funzionante e finito in ogni sua parte.
Non ho difficoltà a credere a questa cosa, perché mutatis mutandis, anche io (che non sono nemmeno la pipa di Tesla), nel mio piccolo, ho tante volte in un momento di riposo intuito una soluzione ad un problema che ho affrontato in giornata; specie per le problematiche di progettazione e sviluppo software, molto spesso (se non la totalità delle volte) la soluzione a problemi complessi mi è venuta dall’universo, come dicono i fan delle dottrine olistiche, ovvero mi è pervenuta da una serie di processi mentali involontari per i quali il mio cervello ha bussato alle porte della mia coscienza (o viceversa?) e ha detto “Ciccio, ecco la soluzione completa e funzionante del problema al quale non stavi più nemmeno pensando”.
Io credo che questa cosa sia vera, utile e applicabile quasi sempre nella vita, ascoltare il proprio istinto, connettersi alla sorgente (ammesso che ci sia davvero come credo) rappresentano, a mio modo di vedere l’unico modo di elevarsi e trascendere. Che tu ti stia occupando di giardinaggio, di portare avanti una cucina, di costruire una strada o di educare i tuoi bambini, lasciarsi andare all’intuizione può essere a volte l’unico modo per risolvere in maniera brillante un problema complesso o apparentemente tale.
Implicazioni sulla fisica
Se le teorie e gli studi di Terrence Howard si dovessero rilevare corretti, prima o poi, dovremo riscrivere tutti i libri di fisica perché essi sarebbero basati su concetti sbagliati.
L’attore/fisico non ha dubbi che questo vada fatto, sicuro come è di aver avuto successo dove Einstain ha fallito, avendo trovato l’equazione del tutto.
Ma è così, nella nostra esperienza matematica scolastica e/o ingegneristica sappiamo che le nostre equazioni sono pieni di aggiunte di costanti, coefficienti e quant’altro necessario per far quadrare i conti.
Questo non significa necessariamente che sono errate, ma che sicuramente rappresentano un’approssimazione della realtà perché non la descrivono mai pienamente.
La stessa “diatriba” tra fisica quantistica e classica è la prova che i nostri modelli matematici non sono efficaci per descrivere appieno le fenomenologie osservate.
Personalmente penso che la stessa energia oscura e materia oscura siano lì perché non quadrano i conti senza mettere a bilancio queste due variabili, che sarebbero il 95% di ciò che c’è! Il mio intuito mi suggerisce che non possa essere così.
Conclusioni e link al podcast
Mi ero già interessato in passato a ricercatori e divulgatori che vedevano l’universo mosso da frequenze, suoni e vibrazioni, piuttosto che da forze oscure e gravità. Non ho approfondito gli aspetti matematici che sottendono le visioni di Terence Howard, ma è tutto maledettamente elegante e fluido.
Personalmente penso che i suoi studi dovranno essere seriamente analizzati e ripresi, anche se ci sono cose come 1×1=2 che davvero non so come approcciare 😀
Giungendo a conclusioni, grazie per aver letto questo post. Fammi sapere cosa pensi del lavoro proposto da Terrence Howard e non mancare di guardare il video (in lingua inglese) del suo intervento al podcast Joe Rogan Experience.